Estoul, 24 marzo 2016
Procede il re-inserimento nella società di chi fa “outdoor activities”, dopo le recenti disavventure. Oggi alla ricerca di neve trasformata e pendenze abbordabili al mio stato di allenamento. Tutto è filato liscio. A voler cercare il pelo nell’uovo, la trasformazione perfetta deve ancora avvenire, ma, con questo andazzo fatto di caldo anomalo, se continua così, passa dal “semi-trasformato” all’erba secca nel giro di pochi giorni.
Non mi soffermo a descrivere la gita, che è una classicissima conosciuta dai molti, ma mi voglio soffermare sulla qualità della neve.
Salito il primo tratto di fianco al bosco (sono partito dal parcheggio grande di Estoul, perchè dalla curva della seggiovia … non c’è più neve!), subito a spasso di fianco alle piste, su tratti ancora ben rigelati. Arrivati alla strada poderale per l’Arp, abbiamo optato per l’andata sotto al Bieteron, faticando leggermente nel traverso di palle gelate, dove ci sono i radi scarichi. Una considerazione: è un anno talmente avaro di neve che il famoso traverso del Bieteron non ha praticamente mai scaricato, a leggere i pendii.
Nella parte centrale della gita, neve con buon rigelo notturno, ma il gran caldo lavora parecchio. Tutto sommato, in questa zona centrale, c’è neve in abbondanza e deve ancora trasformare appieno.
La pala terminale: tratto soggetto a meno innevamento. Qui la trasformazione è quasi ottimale e, credo, basteranno un paio di giorni per avere il pendio migliore. Si arriva comodamente in punta, senza necessità di calzare i rampant. Gli ultimi metri si fanno sul tratto cinghialato dai ciaspolari, ma, il lavorio del sole non fa pesare l’andar per trincee.
Discesa: partiti alle 11.45 dalla vetta, cercando la linea più a destra possibile, perchè meno segnata. Molto bella anche all’estrema sinistra, ma meno pendente. Il centro pendio è un po’ segnato. Il tratto intermedio è bellissimo, nonostante non mi abbia “conquistato” poco prima, salendo. Soprattutto nei tratti più esposti al sole e più ripidi, ha neve molto bella da sciare. Al ritorno siamo scesi al torrente, lungo la stradina bassa, anche qui molto segnata dalle ciaspole. Ancora un bel pendio divertente, prima di arrivare alle seggiovie, scendendo fino a dove le piste sono chiuse. Calzate nuovamente le pelli, siamo ritornati all’arrivo della seggiovia principale per rientrare al parcheggio. L’abbiamo allungata un po’, ma ne valeva la pena.
Le foto di oggi. Clicca in centro alla foto, per ingrandire
Qui il trace gps di giornata
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